Certo, l’uomo non è un animale particolarmente veloce. Fior di documentari – ma anche il nostro stesso istinto di sopravvivenza – ci hanno insegnato che se ci trovassimo su una grande savana in compagnia di un leone o di un ghepardo, non avremmo scampo: ci prenderebbero prima ancora che noi potessimo cercare un riparo.
Vi stupirà però sapere che non sono questi animali i più veloci sul pianeta Terra: non il ghepardo, che coi suoi 120 chilometri all’ora si piazza solo al decimo posto nella graduatoria; ancor meno il leone, che con una “misera” velocità massima di 80 chilometri all’ora riesce a malapena ad entrare tra i primi venti. Per non parlare di pesci come il pesce spada, che con 97 chilometri all’ora arriva appena quindicesimo, o dell’antilope Springbok, che può arrivare a 88 chilometri all’ora.
Gli animali più veloci, infatti, non sono mammiferi o pesci, ma uccelli. Tutti i primi cinque – e undici tra i primi quindici – appartengono al regno dei volatili e fanno registrare velocità in effetti da record, ben superiori a quelle che siamo abituati ad ammirare sulla terra. Complice, sicuramente, l’aria, che in certe circostanze leva ogni attrito, ma anche la forma particolarmente aerodinamica del corpo di molti di questi animali. Vediamo insieme i primi cinque in classifica.
Il più veloce animale vivente – e di gran lunga – è il falco pellegrino, un animale molto diffuso (lo si trova praticamente in ogni parte del mondo, dall’Africa all’Asia, dall’Europa all’America fino anche all’Oceania) che, quando scende in picchiata per arrivare a una preda, può raggiungere addirittura i 320 chilometri all’ora.
Lungo circa mezzo metro e con un’apertura alare che arriva anche a 120 centimetri nella femmina (mentre il maschio non supera il metro), pesa tra il mezzo chilo e il chilo e mezzo a seconda dell’esemplare e deve il suo nome alla particolare colorazione delle piume sul capo: lì le penne sono infatti scure, praticamente nere, in contrasto spesso col resto del corpo, in una forma che ricorda quella dei cappucci neri che erano soliti portare proprio i pellegrini.
La particolarità riguardo al suo volo e alla sua velocità è però un’altra, che lascia in un certo senso sbalorditi. Se lo si fa volare in orizzontale, infatti, il falco pellegrino non solo non dà il meglio di sé, ma risulta addirittura lento rispetto alle sue prede naturali: viene infatti battuto sia dai piccioni che dalle anatre selvatiche, che non sono certo esempi classici di alta velocità; in orizzontale, insomma, questo uccello non riesce a superare i 110 chilometri orari. Tutto cambia quando il falco si getta in picchiata: lì diventa imbattibile e supera tranquillamente i 300 chilometri all’ora, velocità che gli permette di agguantare le sue prede – peraltro sempre uccelli e mai animali di terra – senza alcuna difficoltà.
Molto diffusa e forse anche più famosa del Falco pellegrino è l’Aquila reale, celebre per la sua velocità ma anche per la nobiltà del suo aspetto, che l’ha resa spesso un simbolo molto amato dai letterati e dai politici di mezzo mondo, ovvero da quelli che l’hanno eletta volentieri a simbolo personale o del loro paese (pensate anche solo all’Aquila imperiale o a quella americana). Dal punto di vista della velocità, arriva tranquillamente sopra ai 250 chilometri all’ora e in certi casi può superare anche quota 300.
Tali cifre sono importanti, pure in questo caso, soprattutto nella caccia, anche se l’aquila ha una metodologia ben diversa da quella del Falco pellegrino: le aquile infatti tendono ad attaccare le loro prede in due, collaborando in una sorta di gioco di squadra in cui la prima aquila vola bassa, cercando di intimorire e distrarre l’obiettivo, mentre una seconda aquila vola più in alto, senza farsi notare, pronta per lanciarsi all’improvviso in picchiata verso la preda e catturarla. Ad ogni modo, l’aquila non si scaglia solo contro altri uccelli ma anche contro animali di terra, in particolare serpenti, tartarughe e simili.
Le dimensioni tipiche ci parlano di circa 80 centimetri di lunghezza più una coda di altri 30 e soprattutto di un’apertura alare molto importante, capace di superare tranquillamente i due metri. Il peso varia tra i 3 e i 6 chilogrammi, e anche in questo caso è la femmina ad avere dimensioni e pesi più importanti. Molto curiosa anche l’organizzazione sociale di questi animali: il maschio e la femmina, infatti, si accoppiano e rimangono fedeli l’uno all’altro per tutta la vita, scegliendosi un territorio e controllandolo per molti anni, sottraendolo così alle altre aquile dei dintorni.
Molto meno noto – e forse non ne avete proprio mai sentito parlare – è il Rondone codaspinosa golabianca, un uccello appartenente alla famiglia degli apodidi, composta da vari tipi di rondone compreso quello comune, abbastanza diffuso anche nel nostro paese. La versione codaspinosa è però, al di là della sua fama, uno degli animali più veloci al mondo: alcune osservazioni ci dicono che può arrivare a sfiorare i 170 chilometri all’ora (anche se le misurazioni ufficiali si fermano un po’ più al di sotto di questa quota), record che lo pone al terzo posto assoluto nella classifica degli animali più veloci del mondo.
La forma, in questo caso, è meno nobile e, all’apparenza, aerodinamica degli altri suoi concorrenti: è lungo appena 21 centimetri, e anche la coda è più corta di quella del rondone comune. Diffuso soprattutto nelle montagne dell’Asia centrale e nella Siberia meridionale, è però un uccello migratorio e si sposta quindi fino anche al subcontinente indiano, all’Asia sudorientale e perfino all’Australia; lo si è però avvistato in alcuni esemplari anche nel nord Europa, in particolare in Norvegia, Svezia e Gran Bretagna.
Relativamente piccolo è anche il Falco subbuteo, che raggiunge approssimativamente le stesse velocità del Rondone codaspinosa golabianca, anche se alcune classifiche lo danno lievemente dietro al rivale in un ipotetico testa a testa. Nonostante sia piccolo, ha però ali molto lunghe, che, quando sono chiuse, sopravanzano anche la lunghezza della coda, rendendo evidente che la natura ne ha conformato il corpo per garantirne una grande velocità in volo; l’apertura alare è generalmente di 70 centimetri per i maschi e di 80 per le femmine.
La velocità stimata è di circa 100 miglia orarie, corrispondenti a 160 chilometri all’ora, velocità che questo tipo di falco sfrutta spesso per gareggiare anche con altri uccelli, quasi col suo comportamento arzillo e giocoso volesse dimostrare di essere il più rapido a solcare i cieli. Il suo volo, da questo punto di vista, non è diverso da quello del rondone, visto che anche lui predilige le basse altitudini e tiene le ali disposte a falce.
Come il rondone, si nutre di insetti catturati in volo, ma anche di uccelli di piccole dimensioni come le rondini, gli stessi rondoni e i passeri. Una piccola curiosità, prima di concludere la nostra classifica col quinto classificato: “subbuteo” è il nome scientifico dell’animale, che dalle nostre parti era un tempo noto soprattutto come Lodolaio; ad ogni modo il termine scientifico è entrato nell’uso comune soprattutto da quando esiste l’omonimo gioco da tavolo, che il creatore Peter Adolph voleva brevettare come The Hobby, che però in Inghilterra non era registrabile perché troppo generico. Per questo motivo Adolph, notando che hobby è anche il nome proprio del lodolaio, decise di chiamare il suo gioco col nome scientifico dell’animale, cioè appunto Subbuteo.
Avrete sicuramente sentito parlare delle fregate, le navi da guerra in uso già nei secoli scorsi che hanno fatto la fortuna di alcuni dei più grandi generali della marina; pochi sanno, però, che in zoologia lo stesso termine è usato per identificare un uccello diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali, oltre che lungo le coste degli oceani e particolarmente veloce, visto che coi suoi 153 chilometri all’ora registrati può fregiarsi del titolo di quinto animale più rapido al mondo.
La stazza, in questo caso, è piuttosto importante: la lunghezza è infatti di circa un metro, il peso varia dai 600 grammi al chilo e seicento grammi, mentre l’apertura alare può arrivare anche a sfiorare i due metri e mezzo; inoltre la coda, fondamentale nelle operazioni di volo, è biforcuta e particolarmente lunga. La cosa che però salta più all’occhio del loro aspetto è la differenza tra maschi e femmine: mentre queste ultime, infatti, hanno piume sostanzialmente nere in tutto il corpo, il maschio presenta una sacca gulare di colore rosso accesso, che si gonfia durante il periodo del corteggiamento.
Infine, due parole sull’alimentazione e su come sfruttano la loro velocità: le fregate, come detto, vivono a ridosso del mare ma non sanno nuotare, quindi catturano le loro prede sulla superficie dell’acqua o sulla spiaggia; tra queste figurano pesci volanti, meduse, tartarughe e calamari, anche se pare che una piccola quantità della dieta derivi anche da cibo rubato (o fatto rigurgitare) ad altri esemplari della loro stessa specie.