Eros Ramazzotti è sulla cresta da molti anni: l’esordio al Festival di Castrocaro è datato addirittura 1981, anche se il successo arrivò tre anni più tardi, nel 1984, con Terra promessa, vincitrice del concorso Nuove Proposte a Sanremo.
Da allora sono passati quarant’anni. Anni in cui Ramazzotti ha pubblicato più di dieci album di studio, varie raccolte e altrettanti live, solo per restare nell’ambito della discografia in lingua italiana; se poi dovessimo aprirci ai duetti in inglese, ai dischi in spagnolo e alle cover non finiremmo più.
L’esordio di Eros, l’abbiamo detto, avvenne a Sanremo nel 1984; l’anno dopo provò a tornare al Festival ligure, questa volta tra i big, ma la sua canzone Una storia importante non andò oltre il sesto posto, nonostante il successivo successo discografico.
Nel 1986 quindi poteva benissimo scegliere di rivolgersi altrove: era ormai famoso e non aveva più bisogno del palcoscenico dell’Ariston.
Lui però a Sanremo volle tornare, con un brano scritto assieme a Piero Cassano e Adelio Cogliati, che avrebbe dovuto fare da traino al nuovo album in uscita di lì a pochi giorni, intitolato Nuovi eroi.
La canzone che presentava si apriva con un verso che sarebbe diventato uno dei più celebri della musica leggera italiana: Nato ai bordi di periferia / dove i tram non vanno avanti più, / dove l’aria è popolare / è più facile sognare / che guardare in faccia la realtà.
In quella canzone Ramazzotti raccontava, senza retorica, le sue origini popolari, la sua adolescenza a Cinecittà e il suo tentativo di scappare da un’esistenza troppo misera, lui figlio di un operaio edile e di una casalinga.
Apparentemente d’amore, la canzone è in realtà un inno alla musica, che l’ha saputo tirare fuori, allontanare dalla miseria, pur non dimenticando «tutti gli amici miei / che sono ancora là».
Nella seconda metà degli anni Ottanta, l’attività di Ramazzotti fu frenetica. Tra il 1985 e il 1990 pubblicò cinque nuovi album, a un ritmo quasi insostenibile, tutti baciati da un periodo di grande ispirazione e che gli consentirono di scalare le classifiche sia in Italia che all’estero.
Eros era però ancora un ragazzino: nel 1990, quando uscì In ogni senso, che è forse il suo lavoro più maturo di quel periodo, aveva appena 27 anni.
Si avvalse, nella composizione, dei fidi Cassano e Cogliati, ma cercò sonorità nuove, più personali, intuendo anche che i tempi stavano cambiando e che il nuovo decennio avrebbe portato a un’evoluzione della musica pop che lui stesso avrebbe cavalcato da protagonista.
Nel disco emergevano temi religiosi, storie di guerra e di morte, ma anche duetti destinati a dargli grande successo all’estero.
Il primo singolo era Se bastasse una canzone, un brano che ebbe un enorme successo in Italia ma entrò in classifica anche in Belgio (dove raggiunse la seconda posizione), Olanda (quarta), Svizzera, Francia, Norvegia, Austria e Germania.
Un brano che chiuse la stagione del rock d’impegno degli anni ’80 con una parola forse definitiva: Se bastasse una grande canzone / per parlare di pace / si potrebbe chiamarla per nome / aggiungendo una voce / e un’altra poi, e un’altra poi / finché diventa di un solo colore più vivo che mai.
Dopo l’ottimo successo, nel 1993, di Cose della vita, nel 1996 Ramazzotti pubblicò Dove c’è musica, un album che ne confermava la crescita esponenziale sia come artista, sia sul versante delle vendite.
L’album infatti arrivò a un milione e mezzo di copie vendute solo in Italia, raggiungendo il primo posto però anche in Germania, Svizzera, Austria, Belgio e Svezia, per un totale di 7 milioni di copie in tutto il mondo.
Il singolo di traino era Più bella cosa, una canzone che vinse il Festivalbar e ottenne il disco d’argento in Francia, ma che fece molto parlare anche per il videoclip che venne realizzato e che vedeva la comparsa, in chiusura, di una giovanissima Michelle Hunziker.
Proprio la Hunziker, qualche mese dopo, avrebbe reso Ramazzotti padre, dando vita a una delle storie d’amore più seguite del gossip internazionale.
La canzone, a riascoltarla oggi, non è però tanto “la canzone dedicata alla Hunziker”, come molti la ricordano; è invece un altro inno prima di tutto alla musica, che si conclude con una frase semplice ma talmente efficace da essere entrata, da allora, nel linguaggio comune, quel “grazie di esistere” che diventò la dedica tipica degli innamorati tramite i primi cellulari o sul diario.
Cantare d’amore non basta mai / ne servirà di più / per dirtelo ancora, per dirti che / più bella cosa non c’è, / più bella cosa di te, / unica come sei, / immensa quando vuoi, / grazie di esistere…
Il 1996, nella carriera di Eros Ramazzotti, fu indubbiamente l’anno dell’intreccio tra pubblico e privato: prima la chiacchieratissima storia con Michelle Hunziker, che all’epoca aveva appena 19 anni ed era reduce da una campagna pubblicitaria – quella dell’intimo Roberta – che le aveva dato la prima notorietà.
Poi, come detto, la comparsa della stessa Hunziker nel video di Più bella cosa; infine, a dicembre, la nascita della figlia Aurora.
Nell’album, uscito a maggio e quindi ben prima che si sapesse il sesso del nascituro (e comunque realizzato con un certo anticipo, presumibilmente prima che Ramazzotti e compagna sapessero di aspettare un figlio), era contenuto anche un brano che tutti, da allora in poi, avrebbero associato alla figlia.
Aurora Ramazzotti è oggi una donna, anche famosa, protagonista di una carriera autonoma. Ma per i fan del padre ricorderà sempre questo brano: L’aurora, scritto insieme a Adelio Cogliati.
In molti, evidentemente facendo male i conti o non sapendo quanto duri una gravidanza, hanno pensato che la canzone fosse stata scritta per essere dedicata alla bimba.
Molto più probabile, invece, che il brano abbia fornito ai genitori lo spunto sul nome da darle, visto che il testo – carico di speranza per un nuovo inizio – ben si sposava con una vita che prendeva avvio.
Forse un giorno tutto cambierà, / più sereno intorno si vedrà. / Voglio dire che / forse andranno a posto tante cose, / ecco perché, ecco perché continuerò / a sognare ancora un po’ / uno dei sogni miei […] / Sarà, sarà l’aurora / per me sarà cosi…
Concludiamo con un brano datato 2003, Un’emozione per sempre, contenuto in 9, l’album che ha segnato la fine di quella relazione con Michelle Hunziker che ci ha accompagnati nella presentazione delle ultime canzoni.
Dopo varie vicissitudini – lo sfarzosissimo matrimonio al castello Odescalchi di Bracciano, il gossip, la separazione – la coppia aveva infatti nel 2002 preso strade diverse, ed Eros non poteva prescindere da questi fatti per scrivere i testi del suo nuovo album.
Così si spiega anche la genesi di Un’emozione per sempre, brano originariamente scritto per Alex Baroni ed inciso dal cantante milanese, che però non fu mai pubblicato per la scomparsa improvvisa dell’interprete.
Ramazzotti decise di recuperarlo ed inserirlo nel suo nuovo album, facendone il pezzo di traino e presentandolo anche al Festivalbar, quell’anno tra l’altro presentato proprio da Michelle Hunziker, circostanza che diede molto da scrivere ai giornali di gossip.
Il brano ottenne un successo clamoroso, diventando il tormentone di quell’estate con sei settimane consecutive al primo posto della classifica italiana, ma ben impressionando anche in Ungheria, Belgio, Austria, Olanda, Francia e soprattutto Svizzera, dove i riferimenti alla Hunziker non passavano inosservati.
Vorrei poterti ricordare così / con quel sorriso acceso d’amore, / come se fosse uscita di colpo lì / un’occhiata di sole